La nascita della tecnica craniosacrale, viene fatta risalire allo studio e al lavoro di un giovane osteopata statunitense, William G. Sutherland, il quale all’inizio del XX secolo si chiese se le ossa del cranio fossero realmente fisse ed immobili o, viceversa, se le giunzioni tra esse e il tessuto connettivo delle suture fossero in grado di consentire il movimento e l’adattamento delle ossa craniche, producendo un impercettibile movimento: la respirazione (ritmo) craniosacrale, appunto.

Il suo lavoro, seppur inizialmente artigianale, fu straordinariamente preciso ed innovativo anche grazie al prezioso contributo della moglie la quale annotò con cura e meticolosità tutti gli esperimenti del marito. Sutherland, infatti, non solo ideò e costruì uno strumento in grado di esercitare una pressione su diverse parti del cranio, ma eseguì una serie di test su se stesso riportando su un diario le proprie osservazioni sui sintomi fisici rilevati. Sua moglie, invece, procedeva appuntando su un secondo diario, l’impatto psicologico che sembravano produrre i tentativi del giovane.

È in questo modo che il dott. Sutherland si accorse, con il tempo e la pratica, di essere in grado di percepire e riconoscere al tatto un impercettibile movimento ritmico presente tra le ossa del cranio, che si distribuiva lungo tutta la colonna vertebrale fino a raggiungere l’osso sacro; soprattutto tale ritmo risultava indipendente dai movimenti riferibili all’attività polmonare e cardiaca. Attraverso il lavoro sui suoi pazienti si rese conto che era capace di interagire con tale ritmo, producendo delle modificazioni semplicemente applicando delle pressioni esterne in armonia ai movimenti naturali delle ossa craniche.

Come spesso accade, le sue scoperte e le sue esperienze non furono accolte con entusiasmo, tanto che per tutto il secolo in pochissimi proseguirono sulla strada tracciata da questa mente brillante. Inoltre, ulteriore intoppo, è stata la inarrestabile tendenza in campo medico ad evitare il contatto con il paziente che, di fatto, ad oggi è limitato al minimo sindacale.

Solo negli anni ’70 i suoi studi vennero ripresi da un altro osteopata: il dott. John E. Upledger. Egli ebbe modo, nel corso della sua professione medica, di assistere ad un’operazione neurologica alla quale si sottopose un suo assistito ed in seguito raccontò di come fosse rimasto stupito osservando un movimento imprevedibile del tessuto che proteggeva il midollo spinale del paziente. Da qui l’interesse per l’osteopatia cranica e la decisione di riprendere gli studi di Sutherland presso l’Accademia di Osteopatia Cranica; studi che approfondì presso l’Università del Michigan presso la quale insegnò. Lavorò con i bambini autistici di un istituto e si corcondò di collaboratori entusiasti, condividendone le tecniche fondamentali.

Scoprì che per ad ottenre i risultati più brillanti spesso non erano i medici, ma semplici collaboratori dotati di una spiccata sensibilità, tanto è vero che attualmente tra i prfessionisti che utilizzano il suo metodo si annoverano: osteopati, chiropratici, massaggiatori, fisioterapisti, agopuntori e psicoterapeuti. È soprattutto grazie al loro inestimabile contributo che la pratica della tecnica craniosacrale è stata concretamente arricchita.

Infine, il riequilibrio Craniosacrale è basato su un profondo rispetto della persona e fiducia nel potere di autocorrezione del nostro organismo.

È un’arte rivolta a conoscere e apprezzare la Vita in un contesto di crescita, sviluppo e auto guarigione; 
ci insegna un modo di partecipare, con consapevolezza, all’esperienza del movimento nella nostra esistenza attraverso la nostra fisiologia, facendoci così scoprire il processo vitale che continuamente in noi si svolge e trasforma. 

 La pratica Craniosacrale fa presa su questo naturale talento, prendendo in considerazione la forma e la funzione dei sistemi del nostro corpo, risultando estremamente dolce e al contempo efficace nell’affrontare la stipsi, tensioni emotive, contratture muscolari, cervicalgie, insonnia.

Al termine del trattamento si percepisce un senso di leggerezza e serenità che non solo accompagneranno il ricevente nei giorni successivi, ma che saranno anche e soprattutto da stimolo a cambiamenti più profondi che spesso si producono lentamente nel tempo.

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