Nel corso degli ultimi anni è emerso con la forza dell’evidenza, il legame tra le intolleranze alimentari e un intestino infiammato, anche a causa di un’alterazione del microbiota (flora batterica intestinale); è oggi, infatti, unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, come sia indispensabile un microbiota dalla composizione adeguata per assicurare uno stato di corretta funzionalità intestinale. Si tratta però di un compito assai difficile dal momento che tale composizione si dimostra sensibile a un numero consistente di fattori: dieta, uso di farmaci, stress ossidativo, alimentazione e effetto della disregolazione neurovegetativa legata a stress prolungato (aspetto qui non affrontato).
Gli antibiotici (ma potremmo dire la stessa cosa degli inibitori di pompa, oggi tra i farmaci maggiormente prescritti su scala planetaria) mostrano di generare effetti profondamente negativi sul microbiota alterandone gli equilibri in maniera determinante, producendo un quadro non fisiologico attraverso un netto incremento della flora anaerobica facoltativa a discapito di quella anaerobica obbligata; tale condizione è accompagnata da una rilevante riduzione di quei microrganismi (come il F. prausnitzii o i Bifidobatteri) che svolgono funzioni di assoluta importanza nel garantire un continuo apporto di nutrienti agli enterociti (ad esempio l’acido butirrico), e di sostanze nutritive che consentano di mantenere integri i legami tra le cellule che compongono la superficie dell’intestino. Inoltre risultano in grado di svolgere un ruolo protettivo rispetto ad eventuali patogeni eventualmente presenti. Le alterazioni appena descritte fanno capo ad un quadro più ampio detto di disbiosi intestinale, caratterizzato anche dalla presenza di calprotectina nelle feci, e che può accompagnare una condizione di alterata permeabilità intestinale. Quest’ultima è stata messa in relazione con un quadro infiammatorio che giustificherebbe a sua volta l’attivazione dei neutrofili (anche grazie all’azione di IL-17), e  questa precisa linea cellulare del sistema immunitario ci consente di misurare la reattività dell’organismo rispetto agli alimenti attraverso la metodica ALCAT e relativa a soggetti risultati negativi alla reattività delle IgE. Si tratta di una tecnica che consente di misurare dimensioni e numero dei neutrofili presenti in un campione di sangue, dopo che quest’ultimo sia stato messo a contatto con l’alimento e comparato con un secondo campione non trattato della stessa persona. Tra le intolleranze più ricorrenti oggi, va certamente ricordata quella al glutine detta anche Gluten sensitivity, la cui stessa esistenza è stata per lungo tempo negata proprio per la mancanza di un test valido ed efficace nella sua determinazione, ma anche quella al Nichel si sta sempre più diffondendo.
L’intestino, insomma, dimostra di essere una struttura complessa e strettamente legata al sistema immunitario, soprattutto il suo corretto funzionamento è intimamente legato alla composizione del microbiota che non solo lo protegge fisicamente da eventuali patogeni (anche attraverso la produzione di antibiotici naturali) ma anche e soprattutto lo nutre prevenendone alterazioni funzionali e stati infiammatori. La prevenzione, come la cura, di molteplici patologie dovrà passare attraverso queste considerazioni che dovranno fare capo al ruolo degli alimenti nel sostenere tale processo infiammatorio attraverso il fenomeno denominato intolleranza alimentare.

Bibliografia:

  1. Charlie G. Buffie, Irene Jarchum et al.: “Profound Alterations of Intestinal Microbiota following a Single Dose of Clindamycin Results in Sustained Susceptibility to Clostridium difficile-Induced Colitis”, Infection and Immunity, 2011, pag. 62-73.
  2. Lawrence A. David, Corinne F. Maurice: “Diet rapidly and reproducibly alters the human gut microbiome”, Nature ,2014 January 23; 505(7484): 559–563. doi:10.1038/nature12820.
  3. W.Wang et al.: “Increased proportions of Bifidobacterimm and the Lactobacillus group and loss of butyrate-producing bacteria in inflammatory bowel disease”, Journal of Clinical Microbiology, Feb 2014, pp 398-406, vol.52, num.2.
  4. Lionel Rigottier-Gois: “Dysbiosis in inflammatory bowel disease: the oxygen Hypothesis”, International Society for Microbial Ecology, (2013) 7, 1256-1261.
  5. Fell et al.: “Cellular Responses to Food in Irritable Bowel Syndrome- an Investigation of the ALCAT Test”, Journal of Nutritional Medicine (1991)2, 143-149.
3 Responses
    1. Daniele

      Hello and thank you so much for following me and read my articles. If you have any questions about my professional practice, please just ask.
      Best regards, dott. Daniele Orlandoni

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