Da circa 15 anni mi occupo di riequilibrio funzionale: si tratta di un approccio che ha come obiettivo quello di individuare uno o più fattori che concorrono a determinare una condizione di disarmonia biologica, cioè riconoscere da quale punto di criticità nell’organismo si originano quei disturbi che, pur non essendo patologici in senso stretto, sono in grado di compromettere la nostra qualità della vita.
Per raggiungere questo scopo è necessario conoscere e utilizzare diverse tecniche, tutte legate da un patrimonio culturale comune: la MTC (Medicina Tradizionale Cinese) da un lato, fisiologia/biochimica dall’altro. La contrapposizione che è stata alimentata per anni tra queste discipline è puramente ideologica ma inconsistente nei fatti: entrambe cercano di ripristinare un corretto ritmo biologico, diversa visione ma obiettivo comune: va individuata volta per volta la chiave di lettura più adatta alla persona per intervenire con la tecnica più efficace, intervenendo con:
Grazie a queste tecniche, è possibile stimolare il naturale processo biologico di autoguarigione alla base del nostro benessere.
Mangiare non significa solo cibarsi di cioè che ci piace, ma è un atto che impatta profondamente sulla nostra salute: la chimica degli alimenti, infatti, interagisce e influenza la nostra biochimica, il risultato di tale interazione si rifletterà sulla nostra fisiologia, in altri termini sulla nostra salute.
Alimentarsi correttamente richiede una consapevolezza di quelle che sono le reali conseguenze di un’alimentazione disarmonica sul nostro organismo anche e soprattutto sull’impatto che gli alimenti hanno sul nostro equilibrio neurovegetativo.